Lontani ma Vicini | Rubrica a cura dei ragazzi dell’Istituto Sant’Apollinare durante il periodo del coronavirus
Matteo Fanelli
Scientifico
Ciao amica mia,
è da un po’ che ti vedo diversa, un po’ stanca, direi quasi devastata.
Ho deciso di dedicarti una lettera, leggila fino alla fine.
11 Marzo 2020: Giuseppe Conte firma il decreto che sancisce l’inizio della quarantena. Quel giorno stesso mi sono visto con i miei amici, e a saperlo invece di un cinque ci saremmo dati un abbraccio.
Adesso, dopo 20 giorni, sembra quasi di essermi abituato a questo incubo. Come se mi svegliassi tutti i giorni dopo un brutto sogno senza avere più lo spavento, perché tanto so che lo rifarò la notte seguente, quella successiva, e quella dopo ancora…
Mi alzo dal letto sapendo di dover passare un altro giorno ai domiciliari, per colpa di un virus infame che ha sconvolto le nostre vite, come quando sei fidanzato da anni con una ragazza e di punto in bianco lei ti lascia. Devi riabituarti a tutto quanto, metabolizzare, fare ordine e poi ripartire. Peccato che ripartire sia impossibile, se quella ragazza si chiama libertà.
Passo il tempo tra video-lezioni, tv e play, mentre in strada ci sono solo signori che portano i cani e persone costrette ad andare a lavorare. Intanto negli ospedali si sentono le urla di disperazione di chi ha perso qualcuno, e di strazio, dei medici.
Non ci penso, tanto andrà tutto bene, vero?
Mi manca la mia vita.
Mi manca scendere sotto casa e salutare il fioraio,
Mi manca avventarmi tra le macchine col motorino,
Mi manca la domenica che è sinonimo di calcio e di festa, mentre ora non c’è più distinzione tra lavoro e svago.
C’è solo dolore
Quando le nostre vite erano normali, davamo per scontata l’uscita del venerdì sera, la partita della propria squadra del cuore…
quanto pagherei ora per vedermi un banale Lazio-Auronzo di Cadore.
Eppure qualcosa di positivo c’è. Ti giuro che c’è.
Sono sicuro che prima di tutto questo, se ti avessi detto che migliaia di italiani si sarebbero messi a cantare tutti insieme sui propri balconi, tu mi avresti risposto che non era possibile, che si sarebbero presi a parolacce… perché tu li conosci bene.
E invece è successo.
Sono sicuro che se ti avessi proposto di aprire una raccolta fondi nel nostro quartiere tu mi avresti risposto che sarebbe stato inutile, perché qui ognuno si fa gli affari suoi.
Indovina un po’? La raccolta fondi della protezione civile è arrivata a cinquanta milioni di euro incassati. CINQUANTA.
Amica mia hai risposto. Gli italiani si sono uniti, al contrario di ogni aspettativa. Sostengono senza sosta tutti i medici e gli infermieri che fanno turni infiniti in corsia per salvare qualche vita. Uomini e donne che mettono costantemente a rischio la propria, di vita, per tutti noi.
Quando tutto questo finirà, pretendo che ognuno di noi si fermi a pensare a ciò che hanno fatto per il loro popolo.
Quando tutto questo finirà pretendo che nessuno si dimentichi di chi ci ha dato una mano, e di chi prima di avere il problema in casa si è girato fischiettando.
Russia, Cina, America, GRAZIE.
Quando tutto questo finirà non dimentichiamoci neanche di tutto il resto:
Della quarantena, degli ospedali strapieni, dei giorni che passano inesorabili. Così che quando questa disgrazia ci lascerà, tutti ne approfitteremo per goderci ogni singolo attimo di quella ragazza chiamata libertà. Che tornerà da noi, amandoci più di prima. Amiamola anche noi.
Dimostrarle amore è molto semplice; basterà vedere in modo diverso i giorni di scuola, di lavoro, le uscite del sabato sera, la classica e scontata birra con quell’amico che vediamo ogni singolo giorno.
Ti prometto che sarà tutto più bello
A Roma si dice: “Tocca strigne i denti”.
E allora stringiamoli.
Forza amica mia.
Forza Italia.
Grazie Matteo. Condivido con te la speranza che questa terribile esperienza aiuti le persone a migliorare la loro capacità di vedere che, come diceva Saint Exupery, l’essenziale é invisibile agli occhi. Oggi viviamo di essenziale: ce ne accorgeremo di più quando le cose torneranno ad essere fruibili come prima. E anche i nostri rapporti. Non sarà scontato che la gente cambierà, ma le cose ricominciano sempre da pochi. Grazie buona quarantena!
Ottimo saggio, dettato dalla volontà di vivere una vita, nella vita privata di tante, troppe cose. L’ansia di poter rivivere sempre e comunque in una pienezza, anche se solo nella speranza. Niente è più bello che ripensare a ciò che si aveva quando si pensava di stare: “Così male”. La forza di esplodere per non rassegnarsi. Coraggio Matteo, tutto passa, tornerai ad annoiarti sui banche di scuola: solo allora sarà così bello…
Le esperienze date come una “narratio” tra il cronicon e il riflessivo portano a presentare una vita data nella sua normalità di approccio alle persone ed alle cose. L’imponderabilità degli eventi che si susseguono in una apparente banalità, lasciano sognare accadimenti ineluttabili e qualche volta anche inspiegabili. Una visione piana delle cose ti porta a scoprire il bene anche dove non è poi così palese: l’esperienza di Zeno diviene in qualche punto anche la tua visione delle cose.
Caro Giulio, ti dimostri comunque un ottimista attingendo dalla tua vita la visione definitiva della realtà che ti astringe. Tornerai a dimenticarti i giorni in quarantena e sarà bellissimo..
E così questa quarantena inaspettata porta qualcosa di sorprendentemente bello, ci avvicina anche quando ci dice di stare lontani! Grazie Matteo, te l’ho già scritto sulla chat di Hangouts ma te lo scrivo anche qui… eh già un altro avvicinamento di questa quarantena, prima ci vedevamo di corsa solo nelle ore di lezione, ora invece con le varie classi ci sentiamo anche il giorno di Pasqua per gli auguri, ora invece ci raccontiamo di noi, ora invece, abbiamo il tempo di ascoltare… con l’augurio di rivederci presto e di non dimenticare gli insegnamenti di questi giorni…
Grande Matteo, non avevo dubbi su un tuo possibile contributo su questa rubrica. Mi piace molto leggere i tuoi scritti, vedere i tuoi video, profondi e pungenti. Non vedo l’ora di rivederti, di ricevere i tuoi consigli Instagram e di darti una bella pacca sulle spalle! Ora che hai un po’ di tempo perché non pensi seriamente a cambiare squadra?
Caro Matteo, grazie per questo tuo contributo. Condivido la tua speranza: auguriamoci di non dimenticare quanto stiamo vivendo. La storia, come sempre, sarà maestra ancora una volta.