Lontani ma Vicini |  Rubrica a cura dei ragazzi dell’Istituto Sant’Apollinare durante il periodo del coronavirus

Matilde Valentini

Scuola Media

Lettera per la me futura

Ormai è da quasi un mese che siamo costretti a rimanere a casa, eppure mi sembra già un’eternità… Sinceramente mi sento come persa in un labirinto, in cui ancora non ho trovato una via d’uscita, ma ora come ora mi servirebbe solamente una scorciatoia per scappare e uscire al più presto da questa situazione, forse più grande di noi. È successo tutto così velocemente, in un giorno come tanti, dove siamo andati a scuola come sempre, con le stesse persone e gli stessi orari, a dire la verità anche un po’ annoiati per la routine di sempre, e la mattina dopo eravamo rinchiusi in casa. La mia vita è cambiata da quel moment; sono molte le cose che mi mancano, a partire dai miei amici, la scuola, i professori, a uscire per fare una passeggiata, cosa che non facevo mai perché non mi piaceva camminare, ora invece pagherei oro per tornare indietro e fare quell’ultima passeggiata. Mi manca il non poter parlare faccia a faccia con le persone, guardandole negli occhi; mi manca andare a cena fuori, andare al bar a comprare le patatine o semplicemente vedere persone felici che camminano per la strada. Mi manca andare a danza e sfogarmi con il ballo. Mi manca arrivare alle quattro a casa e finire tutti i compiti per poi crollare la sera, mi mancano i rapporti umani, il semplice fatto di abbracciare una persona a cui voglio bene. Ciò a cui non riesco a fare a meno, in fin dei conti, sono le persone, quelle che ero abituata a vedere tutti i giorni. Una delle cose peggiori in questo momento, però, è il non poter vedere i miei nonni. Per me è veramente dura, perché sono come dei secondi genitori. Mi manca vedere mio nonno che si arrabbia con me all’uscita da scuola, perché parlo troppo con le mie compagne e vedere mia nonna che cucina il pranzo per me e per i miei fratelli. Mi manca chiacchierare con loro e abbracciarli, perché so quanto li rende felici. Mi mancano veramente tanto, ma so che è meglio così per la loro salute. Mi ritengo anche fortunata per non essere da sola e avere la mia famiglia, ho riscoperto quanto è bello parlare con loro e vedere film tutti insieme. Ora le mie giornate trascorrono più velocemente rispetto a quando tutto questo è iniziato, e sono anche meno noiose grazie alle lezioni online e a un gioco che consiste nel fare diverse cose finché non finisce la quarantena, pescando un bigliettino al giorno.
Appena hanno dato la notizia delle scuole chiuse ero contenta, ma ora che ho capito la gravità della circostanza in cui ci troviamo, mi pento di averlo fatto. Vorrei solo tornare alla mia normalità o comunque essere da qualsiasi parte, tranne che qui in questo contesto.
Vorrei andare in una spiaggia affollata di gente, che grida per la felicità, mangia, gioca e corre in mezzo al caos più totale, ma sentendomi di nuovo felice e tranquilla. Tornare sui banchi di scuola a seguire le lezioni e magari anche annoiarmi, sentire i prof che ci parlano, che ci aiutano, che ridono insieme a noi, che ci fanno sentire capiti e protetti, che nonostante tutte le urla e i rimproveri ci vogliono bene. Mi manca persino fare interrogazioni e verifiche. Stare con i miei compagni e litigarci, aiutarci quando non capiamo qualcosa e giocare tutti insieme a ricreazione. Credo che quando tutto questo finirà, apprezzerò molto di più tutto quello che ho.
Dalla me presente