Lontani ma Vicini |  Rubrica a cura dei ragazzi dell’Istituto Sant’Apollinare durante il periodo del coronavirus

Mammola Ludovico
Liceo Classico

LETTERA ALLA PROFESSORESSA

Cara professoressa,
ormai è tanto che non ci vediamo e sono passate due settimane dall’ultima lezione che abbiamo svolto. Spero che in famiglia sua tutto vada bene e che tutto proceda per il verso giusto. Io sono da ormai una settimana a casa, come lei e come (spero) tutti gli altri italiani, questo perché l’Italia si trova ad affrontare un’emergenza sanitaria dovuta ad una pandemia di un nuovo coronavirus sempre più grave; ma la cosa che mi mette più ansia è il fatto che non si veda una fine a questo enorme problema che dalla fine di febbraio scorso interessa il nostro paese, ed io ogni momento spero che tutto si risolva il prima possibile.
Quando hanno annunciato che avrebbero chiuso le scuole per tutto questo tempo, per la prima volta in dieci anni che vado a scuola, non sono stato affatto contento! In genere quando viene detto che le scuole restano chiuse quasi tutti gli studenti, me compreso, sono felici. D’altro canto, a nessuno piace molto andare a scuola e stare per sei o sette ore a seguire lezioni, affrontare interrogazioni e verifiche. Ma questa volta è stato diverso perché ho visto l’ambiente scolastico da un’altra prospettiva. A scuola ci sono tutti i miei amici, persone con cui mi piace passare il tempo e che sono abituato a vedere tutti i giorni. E aver perso questa quotidianità e aver dovuto rivoluzionare le mie abitudini non mi fa per niente piacere. Inoltre, stare così tanto a casa per me è strano! Io sono abituato a uscire e a condurre una vita fatta di tanti “incastri” tra la musica, lo sport, lo studio, etc.
Ma noi essere umani abbiamo per fortuna la grande capacità di adattarci ed anch’io ho trovato il modo di impiegare il mio tempo in modo comunque produttivo, pur stando fermo!
Prima che iniziassero le lezioni a distanza, mi svegliavo circa alle nove tutte le mattine e molto spesso mi collegavo tramite videochiamata con il mio “personal-trainer” che mi seguiva anche per via mediatica per esercizi fisici sportivi. Ma visto lo sforzo e la quantità di energie impiegati, in genere, finito l’allentamento, facevo una colazione abbondante e subito dopo mi mettevo a studiare. Ora che invece è stata attivata la didattica a distanza, la mia mattinata comincia già alle sette e mezza poiché dopo poco mi devo collegare con la mia classe e i miei professori. Un aspetto divertente di questo modo di svolgere le lezioni è che ad ogni “cambio d’ora” mi collego in un’altra videochiamata solo con i miei compagni di classe, dove commentiamo la lezione appena svolta e tentiamo di mantenere alto l’umore visto che comunque fuori di casa l’aria che si respira non è delle migliori. E così aspettiamo che il professore dell’ora successiva si colleghi.
Terminata la mattinata di lezioni, all’ora di pranzo mi ritrovo a tavola con tutta la mia famiglia, con mio padre che ha appena fatto una serie di riunioni a catena con i suoi colleghi di lavoro, mia sorella che ha anche lei affrontato le videolezioni scolastiche e mia madre che ha svolto i vari doveri di casa.
I pomeriggi dopo mangiato sono sempre molto impegnativi. Lo studio sicuramente mi porta via molto tempo ma non è l’unica attività; molto spesso infatti mi collego con la mia insegnante di pianoforte, con cui anche faccio lezione virtualmente; oppure, se non l’ho fatta la mattina, faccio un po’ di attività ginnica per mantenere attivo il mio corpo. Ma il momento più bello arriva alle 18, cioè quando tutti noi cittadini usciamo sul balcone e facciamo il “flash mob” in cui cantiamo a gran voce le canzoni più belle e significative della cultura italiana, per dimenticarci, anche se solo per pochi minuti, del brutto momento che il nostro paese sta affrontando. Un altro passatempo che mi piace molto, ma che però si verifica solo nel fine settimana quando abbiamo tutti un po’ più di tempo libero, è fare dei giochi da tavolo con la mia famiglia. Ci divertiamo molto e ci teniamo tutti un po’ compagnia.
La serata, dopo aver cenato, mi piace concluderla con un bel film o con un episodio di una qualche serie TV. A volte guardo anche qualche video su internet o scrivo dei messaggi a qualche amico per sapere come sta passando questo periodo.
Insomma, comunque in questa quarantena mi sto tenendo impegnato; però mi manca la mia routine e fare tutte le cose che faccio di solito. Vedere la strada deserta, il parchetto in piazza vicino casa mia senza i bambini che giocano, le persone che non passeggiano, i negozi chiusi, mi mette molta tristezza e mi sale l’ansia, e a tratti la paura; tutte le volte che accendo la televisione e su qualunque canale mi trovi, vengo catturato dalle notizie sul virus. 
Ma per fortuna il mio lato ottimista in queste situazioni mi aiuta e mi fa pensare che “ce la faremo”.
E lei? Come sta trascorrendo questo tempo? Le manca la sua quotidianità?
Sperando di vederla presto, la saluto cordialmente.