Lontani ma Vicini |  Rubrica a cura dei ragazzi dell’Istituto Sant’Apollinare durante il periodo del coronavirus

Silvestrini Ludovica
Liceo Classico

Le persone dietro ai numeri del contagio

Vorrei iniziare a parlare di quanto stiamo vivendo in termini diversi rispetto a quanto già sentito. Ciò di cui non si parla mai è il pensiero dei ragazzi della mia età. Attraverso un social network, in particolare, ho notato che molti ragazzi si interessano alla politica e pensano con la propria testa. Forse quest’ultima è proprio una qualità che manca a molti adulti, e il pensare con la propria testa serve proprio a saper trarre il bene dagli insegnamenti altrui. D’altronde tutto si può dire, dipende da come lo si dice.

Ho chiesto a dei ragazzi se pensano che la politica italiana stia portando l’Italia verso una nuova dittatura: il 12,9% mi ha risposto di sì e l’88,1% di no. Dal momento in cui, purtroppo, molte delle nostre idee e scelte sono dettate da una forma di ignoranza, ho mostrato loro un metro di paragone, Paesi in cui governi autoritari stanno approfittando del Coronavirus: solo il 6,12% di coloro che avevano dato un sì iniziale, hanno confermato la loro idea. Non è un male conoscere, e non si può giudicare se non si prendono in considerazione più aspetti di quanto preso in esame. Si tende a “razionare” le informazioni e dobbiamo basarci su ciò che abbiamo. Io, però, non sono un’amante dei dati, mi sembra che tolgano umanità all’argomento di cui si parla, in questo caso, i paesi dittatoriali e non.

Facciamo qualche esempio. In Paraguay le forze dell’ordine si sono rese responsabili di numerosi abusi. Varie persone accusate di aver violato la quarantena sono state minacciate con il taser. In Thailandia il premier può disporre coprifuoco a piacimento e censurare i mezzi d’informazione. Alcuni giornalisti sono stati denunciati per aver criticato la situazione d’emergenza. Nelle Filippine, il presidente Duterte ha autorizzato polizia ed esercito a sparare a chiunque violi la quarantena. Le forze dell’ordine sono arrivate a rinchiudere le persone in gabbie per cani e umiliarle sui social network.

Ho citato alcuni esempi presi da un’agenzia di stampa, ma io mi chiedo cosa si provi sotto un punto di vista umano a subire questi abusi di potere. In merito al sondaggio di cui ho parlato in precedenza alcune persone hanno condiviso con me la loro opinione: c’è chi “giustifica” i paesi che stanno adottando misure straordinarie, dal momento in cui, essendo paesi poveri, non avrebbero la disponibilità economica per combattere il virus e, agendo in questo modo, evitano, per quanto possibile, nuovi contagi. Come si dice: prevenire è meglio che curare.

D’altra parte però pur volendo giustificare le restrizioni fisiche considerandole “a fin di bene”, la totale mancanza di libertà di espressione è, per me, ingiustificabile. Qualcun altro, prendendo come esempio la Cina, dice che ci dovrebbe essere la dittatura in Italia, dal momento che la Cina si è ripresa più velocemente facendo, forse, sparare a chi non rispettava la quarantena mentre in Italia la punizione è una multa di 400 euro. Ad oggi, in Cina, i bimbi tornati a scuola usano un cappello largo un metro per il distanziamento sociale.

Come ultima riflessione mi è stato fatto notate che l’Italia non è una dittatura: sta violando la costituzione ma con protocolli consentiti. Ad esempio, la Costituzione prevede espressamente, all’articolo 16, che la libertà di circolazione possa essere limitata “per motivi di sanità o di sicurezza”. È fuori discussione che quello del Coronavirus sia un grave stato di emergenza, per questo, misure eccezionali sono possibili e legittime. Se bastino o se vadano incrementate dipende da noi.

Il Texas e la Florida stanno adottando degli allentamenti sulle restrizioni, così come il Sudafrica e la Nigeria. La Cina e la Corea del Sud sono arrivati a zero contagi, oltre a decessi prossimi allo zero, e proseguiranno la fase 2 con le dovute precauzioni. In India si parla di “1000” contagiati, peccato che solo il 22% dei morti viene visto da un medico prima di morire. Come abbiamo visto ognuno di noi la pensa in modo diverso.

Non credo che si possa dare un giudizio non egoistico riguardante cosa sia meglio fare dal momento in cui la quarantena e il tenore di vita è diverso per molti di noi. C’è chi ha problemi alimentari e non può ricevere aiuto, chi subisce abusi tra le mura di casa, chi non ha i soldi per mangiare. Queste sono realtà, e solo perché non è la nostra realtà non vuol dire che sia meno importante. Solo perché non la conosciamo non vuol dire che non esista. Per me sono questi i non-dati: voglio parlare di qualcosa e capire cosa prova il diretto interessato, fosse anche una la persona di cui sto parlando, o un gruppo, o un paese intero, per quanto possibile.

Siamo una comunità e ne soffrono tutti ma il medico Brusaferro scandisce che un’ apertura indiscriminata porterebbe di nuovo tutti in ospedale. Dobbiamo essere noi, in primis, ad assumere la consapevolezza dei punti di criticità e a saperli gestire. Perché, per quanto non mi piacciano i numeri, è un dato di fatto che solo in Italia ci siano stati oltre 200.000 contagi da Coronavirus. E a ogni numero corrisponde una persona, giovane o anziana, che soffre e ha sofferto, e con lei i familiari e gli amici. L’immunità di gregge è ancora lontana e non si può pretendere la libertà di cui abbiamo sempre usufruito se non si sa usarla.

Purtroppo, non ho conoscenze in ogni Paese da me citato ma mi sono rivolto a colei che è per me come una sorella, di nazionalità filippina; le ho chiesto cosa prova lei nel sapere da terzi, cosa sta succedendo a casa sua, nelle Filippine. Stiamo parlando di una persona che vive tutto ciò da lontano, abitando a Roma, eppure il dolore che prova lei riesco a sentirlo anche io, così come sua sorella che purtroppo si trova lì, i suoi amici e la sua famiglia. E non può stare con loro, non può abbracciarli e dir loro che “andrà tutto bene”, così come io non posso dirlo a lei.

Vorrei che si parlasse un po’ di più di ciò che si trova dietro ad ogni situazione, perché credo che di dati ne abbiamo abbastanza. Per esempio, la disoccupazione, che a marzo è scesa dell’8,4%, secondo l’Istat, o gli inattivi che, sempre a marzo, sono saliti al 35,7%. Parlatemi di queste persone, così come ho visto manifestazioni di parrucchieri che si sono incatenati alle sedie del loro salone di bellezza, perché vorrebbero riaprire prima.

Concludo dicendo che nonostante si possano trovare punti deboli e criticità per ogni situazione, apprezzerò sempre i messaggi che emanano positività, come le parole del Presidente del Consiglio intervenuto al varo del nuovo ponte di Genova, o Roxana Solano che canta e suona, indossando tutte le protezioni, per i residenti di una struttura temporanea di isolamento per i senzatetto a North Miami. Così come il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che il 25 Aprile ha deposto una corona d’alloro sulla tomba del Milite Ignoto.