Rubrica: Viaggio intorno alla mia camera

Una finestra sul mondo

di: Mattia V classico

Mattia V classico istituto Sant ApollinareAffacciandomi dalla finestra di camera mia, cosa che ormai oscilla tra il succedere di rado e il succedere anche troppo spesso, vengo pervaso da particolari emozioni.

Prima fra tutte vi è la curiosità; la curiosità di capire come sono le case delle persone di fianco e davanti a me. Difatti io vivo in un condominio, e la finestra della mia cameretta è affacciata su una piazzola circondata dalle varie palazzine lasciando il mio panorama pressoché limitato.

Ciononostante talvolta, anche nei momenti di studio poiché ho la scrivania accanto alla finestra, mi fermo, mi distacco momentaneamente dalla realtà, e mi soffermo sul pensare cosa succede alle persone che abitano a pochi metri da me: avranno un disagio dovuto all’isolamento? Vivranno questo disastroso periodo in compagnia per alleviare le tensioni? Non lo so, ma anche solo rifletterci è diventato una sorta di passatempo ogni qualvolta mi affaccio alla mia finestra.

Come sopracitato, il mio panorama ha una visuale limitrofa e essendo circondato dalle altre palazzine posso appellarmi solo alla fantasia per fare quel passo in avanti in grado di farmele oltrepassare. Questa non è necessariamente un’accezione negativa dal momento che è proprio in questi casi che ci si accorge dei dettagli che sfuggono a chi ha tutto di fronte ai propri occhi: dal nuovo alberello piantato dal vicino di casa, alle ristrutturazioni di altri appartamenti, alla buca che si è creata in strada, tutti dettagli apparentemente insignificanti ma che in realtà costruiscono la totalità del panorama mozzafiato che viene aperto dalla propria fantasia.

Ma non bisogna affidarsi solo alla vista per percepire l’esterno anche da un luogo chiuso. Infatti, e aggiungerei purtroppo, abito in un quartiere parecchio rumoroso tra macchine e condòmini chiassosi.

Sono rumori che non avvengono necessariamente al di fuori di casa mia, dal momento che basta che mi stenda sul letto per sentire dal piano di sopra e talvolta anche da quello di sotto un riecheggiare di frastuoni indefiniti. E sebbene vacillino i periodi di quiete e quelli di continuo mormorio, sono elementi che ti permettono di stimolare la propria fantasia e soprattutto di ideare anche ad occhi chiusi un’ immagine.

Dunque questa, a parer mio, è l’unica ancora di salvezza da una situazione come quella attuale dove la reclusione è diventata quotidianità: non potendo uscire fisicamente dalla propria camera, bisogna uscire emotivamente, potendo arrivare addirittura al di là di limiti che neanche si conoscevano.

Non è un caso poi che dalla mia finestra io riesca a scorgere il parco giochi dove trascorrevo le giornate da bambino. Quello è probabilmente l’elemento che più mi spinge a farmi fare un riepilogo; non stiamo parlando però di una nostalgia qualunque in quanto molto spesso questa parola viene identificata come un qualcosa di negativo; stavolta è una nostalgia che riporta indietro e porta avanti al tempo stesso. Il riepilogo in questione è frutto di una presa coscienza del passato, del presente e quindi del futuro: il parco giochi che vedo sempre dalla mia finestra diventa pertanto il luogo, lo scrigno, dove pongo tutte le mie esperienze dal momento che è proprio lì che si concludeva ogni mia giornata da bambino.

E infine l’ultima parte essenziale del mio panorama è il cielo. Si dice che sia proprio il cielo a condizionare l’umore di molti e io posso confermare che è così.

Paradossalmente infatti adoro la pioggia. Non nego che le giornate di sole pieno mi piacciano altrettanto, ma le giornate di pioggia hanno un non so che di particolare. Sedersi sulla scrivania, con una tazza di caffè, il termosifone acceso, e l’odore che si crea quando la pioggia si mescola al terriccio del suolo, ti dà una sensazione di calma non sempre raggiungibile. Anche il suono della pioggia scrosciante vista dal vetro dà un senso di calma e calore, proprio perché il sottile strato di vetro della finestra separa il mondo freddo e inospitale da quello caldo e accogliente.

È dunque sempre una sorpresa affacciarsi dalla propria finestra in quanto la staticità apparente non è altro che un continuo evolversi di dettagli che solo la tua finestra può farti scoprire e che ti permettono di renderti conto che la realtà va vista più a fondo.