Lontani ma Vicini |  i ragazzi dell’Istituto Sant’Apollinare si raccontano

Amata Silvestri
Media Sezione

Il momento più bello della mia giornata.

Istituto Sant'Apollinare lontani ma viciniOrmai sono passati quasi venti giorni dall’inizio della “quarantena” e dalla chiusura delle scuole, ma nonostante questo non ci sono ancora stati miglioramenti nella condizione sanitaria dell’Italia. Ogni giorno e in ogni ora si parla del “coronavirus” e le notizie sono sempre le stesse: ogni sera al telegiornale viene dato il cosiddetto “bollettino di guerra”, il numero preciso di contagiati o di morti giornalieri, che specialmente in Italia aumenta di almeno 700 persone al giorno. Le mie giornate rispetto a prima sono diventate monotone, le trascorro interamente davanti al computer o al telefono, partendo dalla mattina con le video-lezioni e finendo la sera tardi, quando termino i compiti. Ormai mi sento dipendente dalla tecnologia, perché è l’unico mezzo che posso usare per comunicare sia con i miei amici che con la mia famiglia. Io e mia sorella non vediamo i nostri genitori dal giorno in cui il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha deciso di chiudere le scuole, perché sia mia madre che mio padre hanno continuato a lavorare e, non fidandosi di lasciarci a casa da sole, hanno deciso di portarci da mia nonna. In base alla legge e al decreto, sia mia mamma che mio papà appartengono alla categoria dei lavoratori che devono continuare a lavorare in ufficio e, per questo motivo, la possibilità che loro vengano contagiati è abbastanza alta. In realtà il vero problema è che il Covid-19 si trasmette con notevole velocità e dai nostri genitori potrebbe passare anche ai nostri nonni, che avendo altri problemi di salute non resisterebbero. Dal 4 Marzo io e mia sorella abbiamo scelto di sacrificarci per il bene della nostra famiglia, rimanendo a tempo indeterminato lontane da casa e dai nostri genitori, cercando di rendere più belle e colorate le giornate dei nostri nonni che, più di ogni altra persona, hanno bisogno della nostra compagnia e del nostro aiuto, specialmente in un momento così difficile.
Per questo motivo, il momento più bello della mia giornata è la videochiamata che faccio ogni sera, dopo cena, con i miei genitori, l’unico momento in cui gli posso parlare e li posso vedere durante il giorno. Ogni videochiamata che facciamo, sembra una seduta di “Forum”: mia madre parla di quello che ha fatto durante la giornata e delle torte che cucina per mio papà, mia sorella racconta le sue video-lezioni, io parlo dei voti che prendo, delle interrogazioni, dei video che vedo e a volte mi lamento per le troppe cose che devo fare; mio papà, invece, è il punto forte della nostra conversazione, ogni sera dice sempre la stessa frase: “Brave bimbe di papà, lo so che è difficile, ma continuate a studiare e ricordatevi che da adesso tutto dipende da voi e dalla vostra volontà di fare!” Ogni volta che lo dice, scoppiamo tutte a ridere perché, come dice mamma, da bravo “luminare” (come si fa chiamare da noi, dicendo che è un genio in tutto) sa dire solo questa come frase ed è già tanto se la sa dire! Ogni giorno, anche quando non siamo in videochiamata, fanno da notiziario: mia madre documenta le file che ci sono per fare la spesa, mentre mio papà parla dei decreti, delle “news” che legge su internet e delle strade deserte, argomentando con la tipica frase: “Mi sembra di essere in guerra, ci sono posti di blocco ovunque e le strade sono deserte, effettivamente la cosa è seria e lo sta diventando sempre di più!”
Comunque, io e i miei genitori, nonostante la distanza, siamo uniti, ci vogliamo bene e non vediamo l’ora di rivederci certi che andrà tutto bene!