Lontani ma Vicini |  Rubrica a cura dei ragazzi dell’Istituto Sant’Apollinare durante il periodo del coronavirus

Silvestri Matilde
Liceo Classico

La (mia) vita al tempo del Coronavirus

Fortunatamente sono nata in un periodo storico in cui le tecnologie sono molto avanzate e l’ambito medico-sanitario è molto sviluppato, proprio per questi motivi non avrei mai pensato di dover affrontare una situazione come quella causata dal Coronavirus.
Devo ammettere che questo virus mi spaventa, e anche molto, infatti, se ci penso, ho scoperto cosa sia un virus, più approfonditamente, solamente prendendo parte al corso di Biology, un anno e qualche mese fa, ma mai e poi mai avrei pensato di “vederlo all’azione”! Mi incute timore principalmente perché non si può vedere, quindi potrebbe essere ovunque e in qualsiasi momento: personalmente l’ignoto mi comunica molta tensione! Mi inquieta anche perché mi sta togliendo una delle cose che io ritengo fondamentali nella vita: la famiglia e gli affetti più cari. Dal momento che i miei genitori devono andare comunque a lavoro ogni giorno, hanno preferito farmi trasferire a casa dei miei nonni per questo periodo così detto di “quarantena”, per ridurre ancora possibili contagi e per la mia sicurezza. Comprendo e condivido la loro decisione ma sono turbata dal fatto che non posso sentire più il loro calore e scherzare con loro quando rientrano dal lavoro. Un’altra cosa che mi sconvolge al solo pensiero è il fatto che la maggior parte dei morti sono persone anziane. Sono molto preoccupata a riguardo perché i miei nonni sono anziani, mio nonno non ha più una parte dei polmoni a causa della tubercolosi, malattia per cui c’era un altissimo tasso di mortalità quando lui è nato, e mia nonna ha molti e gravi problemi circolatori. Loro sono il mio pensiero più grande perché sono i miei secondi genitori e non posso pensare che sia bassa ma comunque presente la probabilità di perderli. Mi consola solo il fatto che gli sono vicina quotidianamente in questo periodo e quindi posso goderli al massimo.
Un argomento molto discusso e per cui molte persone, a livello mondiale, si stanno adoperando riguarda come passare le giornate in questa “quarantena”. Per quanto riguarda la mia giornata, di mattina partecipo alle videolezioni con i professori e i compagni, nel pomeriggio svolgo i compiti assegnati o chiamo, in videochiamata, qualche amico e di sera, se ho qualche compito da finire lo termino, altrimenti guardo qualche film. In realtà non comprendo a pieno le persone che affermano che non ci sia nulla da fare a casa: c’è la camera da sistemare, i dolci da cucinare, giochi di società, e poi dormire, leggere, scrivere… in casa, almeno nella mia, non si sta mai con le mani in mano!
Personalmente sono molto felice di avere finalmente un po’ di tempo per me, per dormire un po’ di più, per stare con i miei nonni, per guardare qualche film, tutte cose che non facevo da tempo perché la mia routine è colma di impegni che occupano tutte le mie giornate fino a tardi. Una cosa che mi rende, invece, molto triste è affacciarmi alla finestra e vedere tutti i negozi chiusi, le strade prive di persone e macchine in movimento, perché mi fa pensare che spesso sottovalutando le situazioni e i problemi in un primo momento, si giunge successivamente ad un problema molto più grande e grave dal quale non sappiamo come uscire.
Per concludere posso per ora solo sperare che si possa uscire presto da questa situazione di emergenza, molto più consapevoli di quello che siamo noi stessi e la nostra nazione. Reputo che sia infatti proprio questo il momento giusto per riflettere. In questi giorni in cui ho molto tempo mi capita infatti spesso di pensare, riflettere, esaminare non solo ciò che riguarda la mia vita ma anche il mondo in cui vivo e viviamo tutti.